Showing posts with label cucina polacca / kuchnia polska. Show all posts
Showing posts with label cucina polacca / kuchnia polska. Show all posts

Monday, 20 January 2014

Una colazione sana - fiocchi d'avena / Zdrowe sniadanie - owsianka


I fiocchi d'avena cotti con il latte sono una di quelle cose che non piacciono ai bambini, un po' come lo yogurt naturale che si apprezza solo da grandi... salvo eccezioni ovviamente. Conosco dei bambini che quando vedono i fagiolini a vapore fanno "che bello, ci sono i fagiolini!"... Ma non credo capiti spesso.



I fiocchi d'avena con il latte non sono forse molto belli e golosi, ma basta aggiungere un po' di frutta secca, miele o cannella per renderli più gustosi. Inoltre è una colazione sana e nutriente e ottima per l'inverno. Non mi dilungo su numerosi benefici dei fiocchi, ma Vi dico solo che è il mio rimedio miracoloso per qualsiasi disturbo di stomaco (quando serve li preparo solo con l'acqua e un po' di zucchero). 


INGREDIENTI per due persone:
  • 7-8 cucchiai di fiochi d'avena
  • un pizzico di sale
  • 2 bicchieri d'acqua
  • latte 
  • zucchero di canna o bianco oppure miele
  • uvetta, mandorle, semi di girasole o altra frutta secca e noci
  • cannella(facoltativo)
PREPARAZIONE:

In un pentolino porto a ebollizione l'acqua, aggiungo un pizzico di sale e i fiocchi. Abbasso il fuoco e giro ogni tanto. Faccio cuocere finché i fiocchi non diventino morbidi e finché l'acqua evapora completamente. A questo punto ricopro i fiocchi con il latte e quando il latte diventa caldo, aggiungo un cucchiaino di zucchero. Verso i fiocchi nelle ciotole e li cospargo di uvetta, semi di girasole ecc. A volte condisco i fiocchi con la cannella e sostituisco lo zucchero con il miele.


CURIOSITÀ 
  • La "zuppa" di fiocchi d'avena e latte preparata in questo modo si chiama in Polonia "owsianka" (owies = avena) e viene preparata spesso a colazione. 
  • I fiocchi d'avena e l'avena in genere aiutano ad abbassare il livello di colesterolo e di zucchero nel sangue e contengono molte vitamine e sali minerali.
  • E' una colazione sostanziosa che dà la sensazione di sazietà per più tempo rispetto al classico cornetto e cappuccino. 

Tuesday, 8 October 2013

Dove mangiare a Cracovia? / Gdzie dobrze zjeść w Krakowie? - Parte 1


 
Di dove sei? 
Polacca. 
Come il Papa... (non serve dire quale)
... :)
Lui era di Cracovia, vero? 
Si, dei dintorni.
E tu, di dove sei?
Io dalle parti di ... (non mi dilungo nelle spiegazioni).... ma ho studiato a Cracovia.
E com'è Cracovia?
Molto bella... ci vengono tanti italiani... 
E come si mangia in Polonia? 
(c'è chi salta subito a questa domanda :))
...


Si arriva sempre alla domanda sul cibo... :)  e quindi visto che vanto una certa esperienza, ho pensato: perché non fare un mini dossier dei ristorantini di Cracovia, dove (secondo me) vale la pena di andare a mangiare...? Chiaramente parliamo della cucina polacca, perché parto dal presupposto che meglio mangiare i piatti locali che andare a cercare la carbonara a Cracovia... :)

Ci tengo a sottolineare che non faccio pubblicità ai locali, ma descrivo le mie impressioni dei ristoranti che conosco e dove ho mangiato, perché credo che possa tornare utile a chi ha intenzione di andare a Cracovia. 

Le foto provengono da internet o dai siti dei ristoranti.


Trattoria "Zapiecek" 


E' un piccolo bar al centro di Cracovia con pochi tavoli. Servono i pierogi migliori della città di tutti i gusti possibili, anche da portar via. Vi consiglio il mix tradycyjny con il barszcz da bere. Con una porzione puoi pranzare benissimo spendendo meno di 5 euro. "Zapiecek" è aperto 24h, quindi se vi scappa di mangiare dei pierogi alle 3:00 di notte,sapete dove andare... :)
Ecco il sito.

Ristorante "Miód i Wino" (miele e vino)


Il ristorante è situato accanto alla trattoria "Zapiecek" (che in realtà è una "filiale" del ristorante) e fa la cucina nobile polacca. I camerieri sono vestiti come l'aristocrazia polacca del XVI - XVIII secolo e c'è un gruppo folcloristico che suona la musica antica. Se volete vedere un po' di scena, ordinate la carne sulla sciabola o l'anatra che viene tagliata a metà con un'ascia. Il servizio di questi piatti è molto scenografico, non dico altro... Passando al cibo, perché è quello che ci interessa di più, è la cucina tradizionale polacca, ricca di carni, zuppe, patate, verza, funghi e molto abbondante. Con ca. 20 euro a persona mangerete di tutto. E come dolce Vi consiglio la pera con la salsa di vaniglia... quasi come la mia :)))
Visitate il sito.

Ristorante "Wesele" (nozze)

Il nome è tutto un programma: le nozze. :) Il ristorante è arredato in uno stile unico, antico e moderno allo stesso tempo. Troverete ghirlande con le mele e fiori secchi, fili di perline rosse di legno e un'atmosfera rustica in piena città. La cucina è tradizionale, ma ricercata piena di abbinamenti tra carne e frutta, dolce e salato. C'è un'ampia scelta di carni (cacciagione, carne ripiena, involtini ecc.), contorni e altri piatti tipici. Per una cena o un pranzo bastano anche 15-20 euro.
Il menù più dettagliato (anche in inglese) è pubblicato sul sito.

Ristorante "Grande Grill - Steakhouse&Bar"

C'è poco da dire, se avete voglia della carne alla brace, questo è il posto giusto. Situato nella Piazza del Mercato (di fronte a "Wesele"), il ristorante offre una cucina più moderna e internazionale. Ci sono più ambienti: i tavolini in piazza, il cortile e la sala. Come aperitivo potete assaggiare il pane con il burro all'aglio o una torta salata e poi c'è... di tutto sulla brace: bistecche, spiedini, hamburger, pollo, agnello, capriolo... e anche la bistecca di squalo... :) La carne è davvero buona e cucinata bene, quindi ve la consiglio. Il costo per un pasto completo si aggira sempre sui 15 -20 euro (dipende se prendete il pollo o l'agnello, ovviamente :) ).
Guardate le foto dei piatti qui e... leccateVi i baffi!


to be continued...

Wednesday, 2 October 2013

Kluski śląskie / Gnocchi della Slesia


A volte gli impegni della vita quotidiana ti rubano tutto il tempo e quando te ne liberi non hai più forza per fare altro... e io sono stata molto impegnata: lavori in casa (finalmente non ho più le mattonelle rosa - grigio nel bagno!!!), un paio di viaggi in Polonia, e poi il lavoro, parenti, amici... e qualche problemino di salute... cmq, alla fine ce l'ho fatta e sono di nuovo qui con una nuova ricetta per Voi. :)

Quando torno dalla Polonia ho sempre voglia di cucinare i piatti polacchi. Mi prometto ogni volta che cucinerò più zuppe, che qualche volta farò i "pierogi" (anche se non sono molto brava) e il "bigos"... Sull'onda di quest'entusiasmo ho cucinato "kluski śląskie".


Io vengo dalla Bassa Slesia, la regione al Sud - Ovest della Polonia e da noi questo piatto viene preparato molto spesso come contorno (al posto delle patate) o come piatto principale accompagnato con un sugo di funghi o di carne. Se verranno servite come contorno è meglio farle più piccole. La ricetta e la preparazione sono molto semplici e il piatto è abbastanza leggero (ovviamente dipende dal sugo :)).


INGREDIENTI per 4 persone o due affamate :)
  • 1 kg di patate
  • 250 g di fecola di patate
  • sale q.b.
  • olio e.v.o.
PREPARAZIONE:

La sera prima ho sbucciato e cotto le patate nell'acqua salata. Potete anche farlo qualche ora prima, basta che le patate non siano troppo bagnate. Ho schiacciato le patate, le ho unite alla fecola e ho impastato tutto con le mani finché i due ingredienti erano ben amalgamati. Ho formato le palline della grandezza di una noce, le ho schiacciate e ho praticato un buco con il manico del cucchiaio di legno (non so perché si fa, ma è la caratteristica di kluski). Attenzione: il buco non deve attraversare la kluska (tipo ciambella). Infine, ho cotto le kluski nell'abbondante acqua salata con un filo d'olio (così non si incollano). Il tempo di cottura è di 2 minuti da quando emergono sulla superficie dell'acqua. Io ho servito le kluski con il sugo di funghi secchi, ma potete fare un altro sugo (anche il ragù ci starebbe benissimo). 


Le kluski sono molto morbide, si sciolgono in bocca. C'è chi aggiunge all'impasto l'uovo o la farina, ma la farina le rende troppo dure, quindi Ve lo sconsiglio.

Wednesday, 23 January 2013

Piernik staropolski, cioè il dolce natalizio polacco per eccellenza

Polska wersja

Quanti piatti conoscete che hanno bisogno di una lunga preparazione? E che cosa intendete per "lunga"? Il giorno prima della cottura come per le carni marinate, due giorni prima, forse una settimana? Beh, questo dolce batterà sicuramente tutti i record, perché l'impasto va preparato 4-6 settimane prima della cottura! Stiamo parlando di "piernik staropolski" (piernik antico polacco). Certo non è che dobbiamo impastarlo per quattro settimane, ma bisogna iniziare la preparazione ca. 5 settimane prima di poterlo servire. In pratica facciamo l'impasto minimo 4 settimane prima e lo facciamo "maturare" in un luogo fresco (cantina o frigo), dopo lo cuociamo e lo facciamo ammorbidire per ca. 4-5 giorni... Tutto il processo richiede molto tempo, ma in realtà non è molto impegnativo e soprattutto ne vale la pena!


CURIOSITÀ':

Il "piernik" è un dolce speziato, tipico della Polonia e della Germania che assomiglia ai mostaccioli. I "piernik" più famosi vengono da Toruń (la città di Copernico) in Polonia e da Norimberga e la loro storia risale al Medioevo, ma il pane di farina e miele veniva usato sul territorio della odierna Polonia ancora ai tempi precristiani, soprattutto per dei riti pagani. Infatti, il miele ha sempre simboleggiato salute, prosperità e dolcezza, insomma era un buon auspicio ed era anche un ingrediente economico al contrario dello zucchero. 

Verso la fine del '300 si sviluppò il commercio delle spezie dall'Oriente e delle vie commerciali attraversavano anche la Polonia e toccavano Toruń per andare a Danzica. A quell'epoca all'impasto di farina e miele furono aggiunte le spezie: cannella, zenzero, chiodi di garofano, anice stellato, cardamomo e pepe. Ogni "piernikarz" (il nome per il "panettiere" che aveva la bottega dei "piernik") custodiva gelosamente la sua ricetta. Grazie a queste - allora preziose - spezie il piernik diventò un simbolo di ricchezza. Basta pensare che l'impasto per il piernik faceva parte della dote di una ragazza! Infatti si usava preparare l'impasto per il piernik il giorno di nascita della bambina, dopo l'impasto "riposava" fino al giorno delle sue nozze (cioè ca. 18-20 anni) quando finalmente veniva cotto. Questo la dice lunga sulla conservazione dell'impasto (sia cotto che crudo) che è veramente lunghissima.

La produzione di piernik contribuì molto allo sviluppo economico della città di Toruń, dove fin oggi vengono prodotti i "pierniczki" (biscotti più piccoli dello stesso impasto). A Toruń si trova anche "Żywe Muzeum Piernika" il museo "vivo" interattivo di "piernik", dove si può partecipare alla preparazione dell'impasto, la formazione e la cottura dei biscotti "pierniczki".


La ricetta viene dal sito Moje Wypieki.

INGREDIENTI per l'impasto:
  • 1 kg di farina 00
  • 0,5 kg di miele
  • 2 bicchieri di zucchero
  • 250 g di burro
  • 3 uova
  • 3 cucchiaini di bicarbonato
  • mezzo bicchiere di latte
  • mezzo cucchiaino di sale
  • da 80 g a 120 g di spezie per il piernik (ricetta sotto)
  • un vasetto grande di confettura di prugne
 INGREDIENTI per il misto spezie (pestare o tritare tutte a polvere):
  • 50 g stecche di cannella
  • 20 g zenzero secco
  • 15 g chiodi di garofano
  • 15 g cardamomo
  • 10 g noce moscata
  • 10 g pimento
  • 10 g pepe nero (ho messo di meno)
  • 5 g di semini di anice stellato (a me non piace) 

PREPARAZIONE:

Ho riscaldato in un pentolino il miele, lo zucchero e il burro fino a farli amalgamare bene, ma senza far bollire il composto. Ho fatto raffreddare la crema di miele e burro e ci ho aggiunto la farina, le uova, il bicarbonato sciolto nel latte, il sale e le spezie. Ho lavorato bene l'impasto e l'ho versato in una pentola di terracotta (va bene anche una pentola smaltata o un altro contenitore, ma non di plastica, alluminio o rame!). A questo punto l'impasto ha la consistenza dello yogurt. Ho coperto la pentola con un panno e l'ho fatto riposare in frigo per 6 settimane (bastano anche 4). 

Dopo 4 settimane...

Ho cosparso un piano di legno di farina e ho tolto l'impasto dalla pentola. A questo punto l'impasto è solidificato e ha la consistenza di pasta frolla (più o meno). L'ho diviso in tre parti uguali pesando ogni parte. Ho messo due parti in frigo per non far riscalda troppo l'impasto che poi diventa appiccicoso. Ho steso il primo rettangolo della misura precisa della teglia, nel mio caso ca. 45 cm x 30 cm. Ho foderato la teglia di carta da forno (anche i lati!) e ho cotto il primo piernik per ca. 20 minuti a 180° C a forno già caldo. Ho tolto il piernik dalla teglia insieme alla carta e l'ho fatto raffreddare su una griglia. Ho ripetuto questo procedimento altre due volte.


Una volta che i tre strati erano freddi, ho spalmato il primo strato con della confettura, l'ho coperto con il secondo strato e ho ripetuto l'operazione. Ho inserito il piernik di nuovo nella teglia (foderata di carta da forno) che a questo punto era più bassa del piernik. Ho coperto il dolce con la carta da forno e ci ho messo sopra un tagliere più grande della teglia e dei dizionari di latino e greco (quelli più pesanti:)). Ho usato un tagliere grande per avere solo una superficie a contatto con il dolce (altrimenti si creano delle pieghe) e ho distribuito uniformemente i pesi, cioè i libri. Se i pesi non sono distribuiti uniformemente, una parte del dolce può venire più bassa dell'altra. Ho lasciato riposare il piernik così "combinato" in un luogo fresco per 4 giorni (non è necessario metterlo in frigo, basta una cantina o una stanza più fresca). Dopo il primo giorno il piernik è "sceso" un po' ed è diventato della stessa altezza della teglia, quindi per continuare a schiacciarlo ho tolto il tagliere e ho distribuito i libri (sempre uniformemente!) direttamente sul dolce (coperto di carta da forno ovviamente).

Dopo quattro giorni ho preparato la glassa con una bustina di zucchero a velo e un paio di cucchiai d'acqua (precedentemente bollita e raffreddata) e ho ricoperto il piernik. Invece della glassa potete anche usare il cioccolato fondente, ma il piernik con la glassa si conserva più a lungo. Generalmente il piernik ha una lunga conservazione. Io l'ho mangiato per quasi due settimane... :)

L'impasto per il piernik già maturo / Dojrzale ciasto na piernik
Beh? Che ne dite?

Friday, 18 January 2013

Kutia...

Polska wersja

Ci sono dei piatti che richiedono la collaborazione e il coinvolgimento di tutti i membri della famiglia. Non perché siano particolarmente difficili da preparare, ma perché la loro preparazione ha un carattere simbolico, segnala che il Natale è alle porte e dà un senso di famiglia e di unità. Uno di questi piatti è la "kutia", cioè il dolce di grano cotto, il papavero, il miele e tanta frutta secca. La preparazione non è complessa, ma è più bello e più divertente se preparata in tanti. Perché ci vuole uno che taglia a dadini la frutta secca, un altro che trita le noci, un altro ancora - preferibilmente uno forte :) - che pesta il papavero e poi ci vuole chi dice se le noci vanno tritate più finemente e se il papavero è già abbastanza morbido e ovviamente ci vuole uno (almeno uno) che assaggi...


INGREDIENTI
  • 200 g di grano (crudo)
  • 200 g di semi di papavero
  • 200 ml di miele
  • 50 g di uvetta
  • 100 g di mandorle dolci senza pelle
  • 100 g di noci
  • 4-5 albicocche secche
  • 6 datteri
  • 5 fichi secchi
  • scorza grattugiata di un limone
  • 40 g scorza di arancia candita
  • latte q.b. 
La preparazione natalizia della "kutia" con la partecipazione di quasi tutta la famiglia. :)

I miei nonni hanno pulito il grano, l'hanno sciacquato e messo in ammollo per qualche ora. Dopo l'hanno sgocciolato, ricoperto d'acqua pulita e cotto per ca. 3 ore finché non è diventato morbido (ma non scotto). Hanno sgocciolato il grano cotto, l'hanno fatto raffreddare e l'hanno portato a noi. 

Ho cotto il papavero ricoperto di latte per ca. 15 minuti, mentre mia sorella tagliava a pezzettini le albicocche, i datteri e i fichi secchi. Mentre il papavero cuoceva, ho tritato non troppo finemente le noci e le mandorle. Ho usato il tritatutto, ma si può fare anche con il coltello. Ho scolato il papavero, l'ho inserito in makutra (una specie di grande mortaio di terracotta con le pareti interne ruvide) e l'ho fatto pestare a chi non stava facendo niente... . Non poteva capitargli un compito più tradizionale e anche più duro... perché il papavero va pestato con un grande pestello di legno abbastanza a lungo e con forza per farne uscire il succo bianco e per farlo ammorbidire. Ho sbollentato l'uvetta e ho grattugiato la scorza di un limone. Dopo aver ottenuto il parere favorevole di mio padre sulla consistenza di papavero e un "ok" di mia mamma sulla grandezza dei granelli di noci e mandorle, abbiamo unito tutti gli ingredienti e mia sorella ha condito il tutto con del miele.

Per precisare, l'abbiamo assaggiata tutti :)

Makutra

CURIOSITA'

La "kutia" ha anche un significato simbolico e deve essere un buon auspicio per tutto l'anno. Infatti il miele simboleggia la salute, il grano la vita e la prosperità e il papavero la pace, la calma e anche il sonno profondo. Secondo alcune fonti la "kutia" simboleggia l'unità tra il mondo dei vivi e quello dei morti. Infatti tutti i piatti serviti durante la cena di vigilia avevano una carattere simbolico che faceva riferimento a delle credenze popolari (non proprio religiose). Non mancavano anche dei riferimenti ai defunti della famiglia; infatti una volta si usava aggiungere dei coperti per le persone defunte della famiglia per poter "cenare insieme" ancora una volta. 

Tuesday, 8 January 2013

Natale in Polonia


Tym razem zamiast polskiej wersji dodam oddzielny post o Bożym Narodzeniu we Włoszech. W tzw. międzyczasie życzę wszystkim szczęśliwego Nowego Roku!

Buone Feste fatte, Buon Anno e tanti auguri a tutti! Che duro rientrare dopo una lunga vacanza! Mi sento come se fossi appena tornata da Marte... e sto già contando i giorni per le prossime feste, i ponti o almeno il prossimo weekend... Intanto, per prolungare l'atmosfera natalizia, ho preparato un post sul Natale polacco.


LA VIGILIA DI NATALE

La parte più tipica del Natale in Polonia è la Vigilia. Durante tutto il giorno ci si prepara per la sera, quindi nelle case polacche e soprattutto nelle cucine c'è un grande fermento. Solitamente, tutta la famiglia partecipa alla preparazione, perché i piatti sono tanti e abbastanza complessi. Ma la preparazione di alcuni dei piatti più tipici inizia già settimane prima di Natale: l'impasto per il piernik (il dolce tipico molto speziato) viene preparato 4-6 settimane prima, il preparato acido per il barszcz viene messo a macerare qualche settimana prima di Natale e i pierniczki (i biscotti tipo mostaccioli) devono essere cotti ca. 2 settimane prima delle feste, perché devono riposare per ammorbidirsi. 


Il menu della Vigilia dovrebbe essere composto di 12 piatti come 12 Apostoli e 12 mesi dell'anno, ma al solito per arrivare a questa cifra si contano anche l'acqua e il pane. 

Il menu della Vigilia di casa mia:
  1. barszcz da bere (cioè scolato) con uszka (simili ai tortellini) ripieni di verza e funghi,
  2. pierogi (ravioli) ripieni di patate e formaggio;
  3. pierogi ripieni di verza e funghi;
  4. sugo di funghi secchi;
  5. il pesce, solitamente la carpa, in tranci fritto; 
  6. le ciambelle (polpette con ul buco) di pesce;
  7. la crema di rafano per condire le polpette di pesce;
  8. cwikla - la crema di rafano e barbabietole;
  9. kompot z suszu - la bevanda fatta a base di frutta secca (mele, pere, prugne ecc.) e spezie (cannella, chiodi di garofano ecc.);
  10. kutia - dolce di grano cotto, papavero e frutta secca.

Come vedete, senza pane e acqua non arriviamo a 12... Tra i piatti tipici della Vigilia c'è anche la zuppa di funghi secchi, i piselli con la verza (in alcune parti della Polonia), il pesce in gelatina o altri, ma non vengono preparati in tutte le case polacche. 

Durante tutto il 24.12., incluso il cenone, non si bevono alcolici (neanche il vino a tavola!) e non si mangia la carne.

Un'usanza tipica polacca è quella di mettere il fieno sotto la tovaglia prima della cena (foto in alto). Ovviamente il fieno deve ricordare la stalla, in cui nacque Gesù. Una volta dopo la cena si cercavano anche dei presagi nella lunghezza e nel colore delle erbe del fieno tirate da sotto la tovaglia.

La cena inizia con l'apparire della prima stella che simboleggia la stella di Betlemme, quindi abbastanza presto (verso le 18.00). Prima di mettersi a tavola, il più piccolo, più anziano o il padre o la madre di famiglia leggono un brano della Bibbia che narra la nascita di Gesù. Dopo ci si divide l'ostia portata apposta dalla chiesa e ci si fanno gli auguri, tutti con tutti. Ogni persona prende un pezzettino dell'ostia da chi gli sta facendo gli auguri e poi ricambia. E' un momento molto bello o spesso commuovente, quando le persone si dicono le cose dal profondo del cuore, ci si concilia e ci si perdonano dei torti.


Dopo gli auguri, ci si mette a tavola. Tutti i piatti, a parte i dolci, vengono serviti insieme. Per questo motivo la cena dura spesso poco, perché dopo tutto il giorno di quasi digiuno e di "corse", si spazza via tutto in pochissimo tempo. Diciamo che abbiamo finito, prima che i parenti a Napoli avessero buttato la pasta per gli spaghetti con le vongole. :)

Dopo la cena, almeno a casa mia, si passa nel salotto, dove si servono i dolci, il tè e il caffè. I principali dolci natalizi sono il già nominato piernik (su cui torneremo a breve...), il makowiec (dolce con il papavero) e in alcune parti della Polonia la kutia



Dopo o durante il dolce vengono distribuiti i regali. Il più piccolo (anche se ventenne:)) della famiglia prende i regali uno ad uno da sotto l'albero e lo porta al destinatario. Al solito il regalo viene scartato, commentato e a volte anche fotografato (insieme alle facce del destinatario) e solo dopo si può proseguire con i prossimi doni. E' un modo per far sentire che anche il più modesto regalo è importante e per dare al "Babbo Natale" la soddisfazione e la possibilità di capire se il regalo era gradito. 


Distribuiti i doni è il momento dei canti natalizi come "Cicha noc" ("Silent night") e molti altri... beh, io non so cantare, ma in quell'occasione ci provo. :) A mezzanotte, chi ha resistito, può andare in chiesa a seguire la Pasterka, cioè la "messa dei pastori".

L'ALBERO DI NATALE

Solitamente il 24.12. si prepara anche l'albero di Natale che viene tolto solo a fine gennaio. Nella maggior parte delle case polacche, e soprattutto nella mia, l'albero deve essere rigorosamente fresco. Lo so, non è ecologico, ma è la tradizione. Poi gli alberi vengono comprati nei vivai, dove vengono coltivati appositamente. Guai a chi si va a tagliare un albero nel bosco! Potrebbe ricevere una bella multa da mio padre :) L'albero a casa mia o è dal vivaio e quindi è bello, fitto e regolare o se no è "ecologico", cioè l'abete più brutto, più "spelacchiato" e storto che ci sia che "tanto dovrebbe essere tagliato", perché cresce troppo in mezzo agli altri ecc. ecc.... insomma, addobbarlo è un'impresa... ma è sempre meglio di uno finto :)


Tradizionalmente sull'albero di Natale venivano appese le noci, le caramelle (quelle confezionate), i pierniczki, anche le piccole mele e gli addobbi fatti a mano. Adesso si usano più addobbi comprati, ma le persone anziane ci appendono ancora le caramelle... E' bello andare a scegliersi una caramella dall'albero... Lo faccio ancora quando vado dalla nonna... :) Mi prometto sempre che un giorno devo fare un albero tradizionale con tutte queste decorazioni naturali e commestibili.

In effetti una volta ci ho anche provato... Sul mio primo albero di Natale in Italia ho appeso dei biscotti simili ai pierniczki (comprati da Ikea), ma il giorno dopo li ho trovati tutti per terra... troppa umidità :)

Ce ne sarebbe tanto altro da raccontare sul Natale, tante tradizioni, storie, ricordi... ma per il momento potrebbe bastare :) Successivamente posterò qualche ricetta per i piatti natalizi polacchi.

Tuesday, 11 December 2012

Torta di mele con le mandorle / Szarlotka z migdałami

Ultimamente i dolci mi danno più soddisfazione dei piatti salati. Anche se ci siamo promessi e ripromessi di non mangiarli fino a Natale... ma come si fa? Questa volta Vi propongo la torta con le mele, le mandorle e il cosiddetto "crumble" o più semplicemente la "kruszonka" :) E' un dolce perfetto per l'inverno e anche per il periodo natalizio.


INGREDIENTI:
  • 210 g di farina 00
  • 140 g di burro
  • 70 g di zucchero a velo
  • 1 tuorlo
  • sale
  • 1,3 kg di mele
  • 120 g di zucchero semolato
  • 80 g di granella o scaglie di mandorle
  • 1 bustina di vanillina
  • 1 cucchiaino di cannella
  • buccia grattugiata di un limone


Ho impastato la farina con il burro tagliato a cubetti, lo zucchero, un tuorlo e un pizzico di sale. Ho formato una palla, l'ho avvolta nella pellicola e l'ho messa in frigo per ca. 30 minuti. Intanto ho preriscaldato il forno a 200° C. Ho steso la pasta e l'ho sistemata in una tortiera imburrata e foderata di carta da forno. Ho praticato dei buchi con la forchetta su tutta la superficie della pasta e l'ho infornata per 10 minuti. Una volta sfornata la base ho abbassato la temperatura del forno a 180° C.

Nel frattempo ho sbucciato e tagliato a cubetti le mele e le ho cotte in una pentola con lo zucchero, la vanillina, la cannella e la scorza grattugiata di limone. Ho cotto le mele finché non sono diventate morbide. Ho mischiato le mele con le mandorle tritate in modo grossolano e ho versato il ripieno sulla pasta cotta precedentemente. In alternativa si possono utilizzare le mandorle a scaglie per ricoprire la torta, ma io ho preferito ricoprirla con uno strato di crumble.

Ho infornato la torta a 180° C per ca. 30 minuti. A metà cottura ho aggiunto lo strato di crumble.


 INGREDIENTI PER IL CRUMBLE:
  • 100 g farina
  • 50 g di burro morbido
  • 50 g di zucchero
Impastare tutti gli ingredienti con le dita e sbriciolare l'impasto sulla torta. Continuare la cottura per 15 - 20 minuti.

La torta con le mele può essere servita fredda o calda. In Polonia viene servita spesso calda con accanto una pallina di gelato alla vaniglia che sciogliendosi crea una salsa perfetta per la torta.

Wednesday, 24 October 2012

Gli Involtini di verza autunnali / Jesienne gołąbki


Ieri sono tornata a casa come al solito verso le 19.00 e senza neanche cambiarmi i vestiti mi sono messa all'opera... (almeno le mani le ho lavate :))) In frigo c'era la verza dall'aspetto un po' triste... nell'armadietto il grano saraceno comprato qualche tempo fa al negozio polacco... nel congelatore un paio di salsicce... e poi avevo in mente la sfida dei piatti marroni... Mi chiedo "Faccio in tempo a fare i gołąbki prima che la famiglia inizi a reclamare la cena? E poi, faccio in tempo a fare le foto?"... non lo so, ma ci provo...

Allora mi tuffo nei preparativi, con una mano mescolo il grano, con l'altra lavo la verza, con l'altra stiro lo strofinaccio per il "set"... no, scusate, ne ho solo due di mani... purtroppo... allora mentre il grano cuoce vado su a prendere il rosmarino, poi mi vado a cambiare (non ce la faccio più con questa camicia), metto "in mezzo" pure il soft box e le luci, avvolgo, condisco, inforno e... Sono le 21.00, gli involtini sono pronti, le foto fatte, la cucina sotto sopra (ma per fortuna non spetta a me sistemare :P)... beh, direi che è andata bene...   


INGREDIENTI per 16 involtini:
  • 16 foglie di verza
  • 200 g grano saraceno
  • 2 salsicce
  • ca. 300 g funghi (vanno bene anche surgelati o secchi)
  • 1 cipolla
  • 1 cucchiaio di burro
  • olio evo
  • rosmarino
  • sale q.b.
  • 1 cucchiaio di farina

Per prima cosa ho cotto il grano saraceno nell'acqua salata per ca. 20 minuti. Nell'acqua di cottura del grano ho sbollentato anche le salsicce (ma potete anche aggiungerle crude senza pelle). In questo modo ho ottenuto una specie di brodo che ho usato poi per fare la salsa. Mentre il grano cuoceva, ho lavato le foglie di verza e ho eliminato la parte centrale più dura delle foglie. Ho sbollentato le foglie di verza per ca. 5 minuti, dopodiché le ho lasciate gocciolare in un colapasta.

Ho tritato la cipolla e ne ho soffritto 3/4 con un filo d'olio, ho aggiunto ca. 200 g di funghi, ho salato e gli ho fatti cuocere per ca. 10 minuti. Dopo ho aggiunto la salsiccia tagliata a pezzettini e qualche fogliolina di rosmarino; ho continuato la cottura finché la salsiccia non era pronta. A questo punto ho unito i funghi con la salsiccia con il grano saraceno precedentemente sgocciolato. Ho aggiustato di sale e ho mescolato il tutto. 


Ho preparato gli involtini con la verza e il ripieno. Per ogni involtino ho messo ca. 2 cucchiai di ripieno. Ho imburrato leggermente la teglia e ho sistemato gli involtini. Ho messo qualche pezzettino di burro sopra gli involtini e gli ho infornati per ca. 35-40 minuti a 180°C. 

Mentre gli involtini erano al forno, ho soffritto la cipolla tritata e i funghi rimasti (ca. 100 g). Quando i funghi erano cotti, ci ho versato due mestoli di brodo delle salsicce. Intanto in una tazza ho preparato un addensante mischiando un mestolo di brodo con un cucchiaio di farina. Ho girato bene e ho versato il preparato nella salsa di funghi attraverso un colino (così non si creano grumi). Ho abbassato il fuoco e ho continuato la cottura girando sempre. Alla fine ho aggiustato la salsa di sale e di pepe... Ho servito gli involtini con la salsa. Beh, è stata lunga, ma ce l'abbiamo fatta! Buon appetito!


E adesso una nota di "cultura generale", gli involtini di verza sono un piatto tipico polacco. Normalmente si fanno con la verza bianca dalle foglie lisce che in Italia viene chiamata crauti e con il ripieno di riso e carne macinata. Gli involtini preparati in questo modo si chiamano "gołąbki" (letteralmente: i piccioncini, non chiedetemi perché) e si servono con la salsa di pomodoro, quindi se andate in Polonia e Vi propongono i "piccioncini", niente paura! :)

Con questa ricetta preparata al volo partecipo alla sfida Brown like Autumn:

Saturday, 13 October 2012

"Racuszki" cioè le frittelle con le mele


Polska wersja

I "racuchy" o "racuszki" sono una merenda tipica polacca... a parte le crêpes con la marmellata, si intende... :) Quando ero piccola mia nonna faceva i "racuszki" per accompagnare il tè o caffè pomeridiano quando in casa non c'era niente di dolce... 

L'unico ingrediente che potrebbe essere difficile da trovare è il latte fermentato, ma si può usare anche il kefir o il latte normale. Il latte fermentato è una cosa tipica polacca che si ottiene lasciando il latte fresco (crudo!) a temperatura ambiente per 2-3 giorni. Il latte fermentato ha il sapore di yogurt e quindi dà a queste frittelle un sapore leggermente aspro. Potete trovarlo nei negozi con il cibo biologico (p.es NaturaSì) e in alcuni discount (Tuodì).


INGREDIENTI:
  • 200 g di farina 00
  • 200 ml di latte fermentato o kefir
  • 2 uova
  • 2 mele
  • 1 cucchiaino di lievito per dolci
  • 1 cucchiaino di zucchero a velo
  • 1 pizzico di sale
  • olio per friggere
  • zucchero a velo per decorare

Ho sbucciato e tagliato a pezzettini le mele. Ho diviso i bianchi e i tuorli, ho montato i bianchi a neve con un pizzico di sale e ho frullato i tuorli con lo zucchero a velo. Ho mischiato il lievito per i dolci con la farina e l'ho unita ai tuorli. A questo punto l'impasto è abbastanza denso. Ho aggiunto i pezzettini di mele e i bianchi montati. Ho amalgamato delicatamente l'impasto usando un cucchiaio. 

In una padella ho riscaldato ca. due dita d'olio per friggere e ho fritto i "racuszki". La quantità d'impasto per una singola frittella dipende da quanto le vogliamo grandi. Nel mio caso ogni "racuszek" corrisponde ad un cucchiaio grande (da portata) d'impasto. 


Ho servito i "racuszki" ancora caldi spolverati bene con lo zucchero a velo, ma si possono mangiare anche con la panna montata, con la panna acida o con il gelato alla vaniglia...    

Tuesday, 9 October 2012

La cucina polacca / Kuchnia polska


W tym poście chciałam przybliżyć moim włoskim czytelnikom kuchnię polską, której z reguły nie znają albo którą kojarzą tylko z kiszoną kapustą… Wydaje mi się, że nie ma sensu tłumaczyć całego posta na polski, bo każdy Polak wie z czego składa się polski obiad… :)

Mam zamiar napisać też podobny post o kuchni włoskiej po polsku…

----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Per ovvi motivi i miei post fanno spesso riferimento ai piatti tipici del mio paese. Ho pensato per questo che ai miei amici italiani potrebbe servire una breve descrizione della cucina polacca per farsi un'idea e per sfatare (o confermare) alcuni miti... In effetti quando sono in Italia mi sento un po' "l'ambasciatrice" :) della cucina polacca, invece quando vado in Polonia mi trovo spesso a dover rispondere alle domande sulla cucina italiana. Ho intenzione di scrivere successivamente un altro post sulla cucina italiana che magari servirà ai miei amici polacchi.  

Gli interni del ristorante "Wesele" (vuol dire "nozze") di Cracovia

La prima cosa che mi chiedono le persone appena vengono a sapere che sono polacca è: "Ma che cosa si mangia in Polonia?"... E dopo segue l'elenco: i crauti? le patate? la birra? :) Sì, sicuramente c'è un po' di verità in tutto questo. Per rispondere al solito spiego come è composto un classico pranzo polacco.

Il pranzo polacco 

Premetto che in Polonia non esiste l'antipasto, cioè lo troverete nei ristoranti, ma non in una tradizionale casa polacca. Il pranzo è composto dal primo, cioè una zuppa e il secondo con contorno. 

Le zuppe sono tantissime: di pomodoro, di cetrioli, minestra di verdure varie, di cavolfiore, di crauti, di funghi, di piselli, di fagioli e chi più ne ha più ne metta... e poi c'è il barszcz (di rape rosse) e il żurek (una base di farina di segale con la salsiccia, prima o poi poterò la ricetta) che sono più tradizionali e per questo si preparano per i pranzi speciali. Una cosa importante: non chiedete mai ad un polacco se vuole un filo d'olio nella minestra! Orrore! :) La base di tutte le zuppe è il brodo vegetale o di carne. Al solito le zuppe polacche sono più liquide rispetto al minestrone italiano che mi sembra a volte più un misto di verdure cotte ;), perché ha pochissima acqua. Infatti mi trovo bene a cucinare le zuppe per i miei amici o parenti italiani, perché loro preferiscono il denso e io il liquido :)

Zuppa di funghi servita nel pane e il "barszcz"

Il secondo si compone di tre elementi: carne o pesce, patate (che potrebbero essere sostituite con il riso o qualche altro cereale come grano saraceno, orzo o farro) e verdure cotte o crude (in Polonia le patate non sono verdure :) Non può esistere un secondo senza verdure, per questo io non riesco a mangiare p.es. il pollo con le patate se non c'è vicino almeno un po' d'insalata. Nei ristoranti servono a volte i contorni a parte, ma spesso si mette tutto in un piatto. La carne in Polonia è abbastanza lavorata, cioè non mettiamo mai sulla brace una bistecca non marinata in precedenza. Del resto, ho saputo ultimamente che la marinata non solo non fa seccare la carne, ma contrasta anche gli agenti cancerogeni che si formano durante la cottura alla brace. Come sempre le vecchie usanze hanno le loro ragioni...

Come secondo potreste trovare, quindi, vari arrosti spesso ripieni p.es. con la frutta secca e serviti con delle salse, la carne in umido, le cotolette impanate (tipo milanese), e polpette ecc. Il pesce nelle parti di montagna è naturalmente dell'acqua dolce come le carpe, le trote, il pesce gatto ecc. e al mare (Mar Baltico) potete trovare il merluzzo, il salmone, l'aringa, il rombo, la platessa, la sogliola ecc. Una specialità è il pesce affumicato che è uno spettacolo... :) Immaginatevi il salmone freso appena affumicato...

Misto di carne

La filosofia culinaria polacca

La cucina polacca si basa sugli accostamenti particolari degli ingredienti e la loro lavorazione, è una cucina più elaborata come quella francese, anche perché vi si trovano delle ispirazioni francesi. Infatti, come avrete notato, per preparare un normale pranzo polacco ci vuole parecchio lavoro: marina e cuoci la carne, pulisci e taglia le verdure per la zuppa, sbuccia e cuoci le patate, pulisci e taglia le verdure per il contorno... insomma, non è proprio ciò che si dice un pranzo "al volo". :) E questo è solo l'inizio, perché per le feste o pranzi di domenica al solito si preparano due tipi di carne e almeno due tipi di contorni. Oltre ai classici metodi di cottura dei cibi, si usa molto l'affumicatura di carne e di pesce e la fermentazione come nel caso di crauti, cetriolini in salamoia e varie basi per zuppe (barszcz e żurek). 

La pasta e la pizza in Polonia

Ci sono pochissimi piatti tradizionali con la pasta, di cui il più comune è łazanki (pasta con crauti e funghi). Se intendete assaggiare uno di questi piatti dovete prima riuscire a rimuovere dalla testa la concezione della pasta all'italiana... se ci riuscite :) Secondo me per riuscirci ci vuole qualche anno di esperienza con la cucina polacca :) Oltre a questo la pasta si mette spesso nelle zuppe e generalmente viene cotta a parte (non nella zuppa) e aggiunta già nel piatto. E' meno male di quello che sembra. :) Vi sconsiglio, invece, la pasta nei ristoranti "italiani", perché potreste trovarla poco saporita, poco al dente (per non dire scotta) o con troppo sugo... Certo, ci saranno delle eccezioni, ma io sono sempre dell'idea che è meglio mangiare il cibo locale. Nelle case polacche più moderne la pasta al pomodoro potrebbe essere cucinata quando c'è poco tempo (infatti i miei la preparano a volte il sabato), ma non sarà mai come la pasta in Italia semplicemente perché tutta la concezione della cucina è diversa.

La pizza... mio nonno (che mangia solo quello che mangiava da piccolo) quando ha visto la pizza per la prima volta, ha tolto tutto quello che c'era sulla pizza, l'ha messo sul pane e l'ha mangiato con una salsiccia :) In alcuni ristoranti potreste trovare la pizza abbastanza buona, ma dipende molto dai gusti personali (alta / bassa, morbida / croccante ecc.). Comunque quando viene preparata a casa ci mettiamo sopra di tutto. Se non è piena zeppa di cose, non siamo soddisfatti :) Il padre di una mia amica metteva il formaggio anche nel cornicione :) Io adoro la pizza napoletana, ma ogni tanto mangerei un bel pezzo di pizza alta due dita :)))...

Se c'è qualcosa che mi volete chiedere, qualcosa che vi ha incuriosito, scrivete!

Thursday, 4 October 2012

Il concentrato di rape per "barszcz" / Kwas buraczany


Visto che la mia disperata ricerca di rape rosse fresche non ha portato risultati, quest'anno ho seminato le rape nel mio orto in terrazza e finalmente è arrivato il momento del raccolto. Certo, dopo tanti sforzi ho raccolto solo un chilo di rape... ma almeno ho trovato una soluzione alla mancanza di rape dal fruttivendolo. Risolto un problema si è posto subito un altro: che cosa fare con le rape, visto che la prossima volta se ne riparlerà l'anno prossimo? L'insalata di rape, le rape ripassate in padella, una zuppa...? Si, ma una volta che abbiamo mangiato l'insalata, la zuppa ecc., non rimane neanche una traccia del mio "duro lavoro" da giardiniere... quindi la soluzione è: fare la base per il "barszcz" (zuppa di rape) così non dovrò più usare quella comprata nel negozio polacco, perché si sa che le cose comprate "non sono la stessa cosa"... 


Mi rendo conto che questa ricetta potrebbe interessare di meno i miei lettori italiani che già non conoscono il "barszcz" e tanto meno sentono l'esigenza di preparare in casa la base per una zuppa sconosciuta... ammesso che gli piacciano le zuppe... Comunque, forse con questo post potrò dare uno spunto a qualche polacco che vive in Italia e sente la mancanza dei piatti tipici e non s'immagina nemmeno quanto sia facile fare una base di rape (pl. kwas buraczany)... :) 

Ai miei amici italiani chiedo di superare la diffidenza verso i cibi fermentati (cetriolini in salamoia, cauti ecc.)... Fidatevi!


Allora, dopo aver raccolto le rape che vedete nella foto sotto :), le ho lavate e sbucciate. Le ho tagliate a fette non troppo sottili (non devono essere regolari) e le ho sistemate in una pentola di terracotta. Ho aggiunto qualche spicchio d'aglio tagliato a metà e ho versato sopra 3 l d'acqua tiepida precedentemente bollita e raffreddata. Ho messo sopra una fetta di pane integrale (fatto con la macchina del pane) e ho coperto la pentola con la garza.

La rape devono fermentare per 5-7 giorni (io ho lasciato per una settimana), il tempo dipende dalla temperatura che c'è in casa. Io metto la pentola con le rape vicino ai fornelli. E' normale che dopo qualche giorno sulla superficie appaia la schiuma o delle bolle. Vuol dire che il concentrato sta "lavorando". Importante che non ci sia la muffa! L'odore è forte, un po' acido, ma non cattivo. Dopo una settimana ho filtrato il concentrato e l'ho versato nelle bottiglie. Il concentrato può essere conservato fino a sei mesi se tenuto in un luogo fresco: in cantina o in frigo.


Una volta che abbiamo il concentrato, passiamo alla preparazione del barszcz meglio se con gli uszka :) (in polacco vuol dire orecchiette, ma sembrano tortellini e si preparano ripieni di funghi alla Vigilia di Natale). Potete trovare qui la ricetta per il barszcz.

Queste sono le rape del mio orto :)

Monday, 24 September 2012

L'arte di affumicare secondo la tradizione polacca

Mi dispiace di non aver fatto più foto di cibo durante queste vacanze in Polonia... e c'era tanto da fotografare: i pierogi (una specie di ravioli), il pesce fritto, gli involtini di crêpes, il makowiec (dolce con il papavero) di mia nonna, il sernik (cheescake) di mia mamma, per non parlare delle buone carni che prepara mio padre... sarà per la prossima volta. Per fortuna ho documentato almeno il processo di affumicatura del prosciutto. 

Dovete sapere che un polacco medio non potrebbe immaginarsi le feste di Natale o Pasqua senza i salumi affumicati fatti in casa... :) che si servono con ćwikła (la crema di rafano e rape rosse) o i cetrioli in salamoia... buono :)

Niestety podczas tegorocznych wakacji w Polsce zrobiłam niewiele zdjęć kulinarnych... a było co fotografować: pierogi, krokiety i makowiec mojej babci, przepyszny sernik z rosą mojej mamy, no i oczywiście mięsiwa przyrządzane przez mojego tatę... Na szczęście udokumentowałam przynajmniej wędzenie mięsa.

We Włoszech wędzenie nie jest zbyt popularne, szczególnie na południu i w centrum. W sklepach można kupić sery wędzone, które przypominają nasze oscypki, ale nie ma wędzonych szynek czy kiełbas, nie wspominając nawet o rybach.

Affumicatoio che funziona anche da brace / Wedzarnia i grill w jednym

In Polonia tanti hanno un affumicatoio e per le occasioni speciali preparano i salumi in casa. Gli affumicatoi al solito sono in muratura, ma una volta si facevano in legno. Non sono esperta dell'affumicatura, ma so che per ottenere il fumo si usano soltanto alcuni tipi di legno come il faggio e si aggiunge sempre qualche rametto di alberi da frutta (melo, ciliegio ecc.). La scelta del legno è molto importante, perché aromatizza il cibo, quindi con il legno sbagliato si rischia che la carne diventi amara. Inoltre i rametti di melo o ciliegio fanno aumentare subito la temperatura nell'affumicatoio.

Nie jestem specjalistką od wędzenia, ale wiem, że w wędzeniu ważny jest wybór właściwego drewna, które powinno nadać mięsu aromat. My do wędzenia użyliśmy jesionu i gałązek jabłoni. Ciekawe, że właśnie te małe gałązki podnoszą bardzo szybko temperaturę.

Affumicatura in corso / Wędzenie

Prima di essere affumicata la carne è stata marinata per due giorni con degli aromi e del sale sól peklowa usato nella produzione dei salumi. Una volta affumicata la carne deve essere cotta per ca. 1 ora (dipende dalla grandezza del pezzo) e poi asciugata. Nelle foto vedete il prosciutto e la coppa (il collo) già affumicati e affettati.

Przed wędzeniem mięso marynowane przez dwa dni z solą peklową, zielem angielskim i innymi przyprawami, a po wędzeniu zostało zaparzone. Na zdjęciach widać gotową szynkę i karkówkę.      

Ed ecco il risultato! / Oto rezultaty!

Friday, 7 May 2010

La Bella Elena... e non è una torta

Vi ricordate le pere sciroppate? Ecco, questo dolce è un tipico dolce polacco diciamo elegante, per le grandi occasioni e si chiama piekna Helena, cioè bella Elena. In poche parole si tratta di una pera cotta con la cannella o la vaniglia (dipende dai gusti) servita con la salsa di vaniglia, spesso decorata con il cioccolato o la frutta rossa.


Per la preparazione delle pere Vi rimando alla ricetta per le pere sciroppate che si possono anche preparare al momento. Ovviamente, se le avete già nei barattoli, la preparazione del dessert è velocissima. Vi posto la ricetta per la salsa di vaniglia:

Ingredienti:
500 ml latte o panna fresca
2 tuorli
3 cucchiai di fecola di patate
3 cucchiai di zucchero
1 bacca di vaniglia
marmellata di mirtilli rossi q.b.
glassa di cioccolato o cioccolato fuso (facoltativo)

Amalgamate la fecola di patate con un bicchiere di latte / panna e frullate i tuorli con lo zucchero. Fate bollire il resto del latte (o la panna) con una stecca di vaniglia tagliata a metà; togliete la vaniglia, abbassate la fiamma e aggiungete gradualmente la fecola con il latte girando energicamente. Fate raffreddare un po' e versate la salsa nei tuorli sbattuti girando sempre per evitare che si formino i grumi. Se nonostante questo si sono formati, frullate tutta la salsa, poi fatela raffreddare. Si dovrebbe servire tiepida.


Nel frattempo farcite le pere con la marmellate di mirtilli rossi e sistematele sui piattini. Sopra ogni pera versate la salsa; decorate con la glassa al cioccolato, la frutta rossa e qualche foglia di menta...

La salsa si può usare anche sulle crepes o altri dolci, p.es. torta di mele.
Related Posts with Thumbnails